STEFANO BOERI
PASSAGGIO D'ACQUA (LA DOCCIA)
2000
marmo, acciaio, audio
Passaggio d’acqua è un’installazione progettata nel 2000, ispirata ai racconti dei migranti che in quegli anni cominciavano ad attraversare, da sud a nord, il Mediterraneo.
L’opera si compone di un arco di acciaio – alto circa 15metri – che dopo una circonvoluzione di 270 gradi torna a tuffarsi nel basamento in cemento che lo sorregge. Ma non è acqua la forma energetica che percorre l’arco bensì un impulso elettrico, in forma di luce, suono e parola: sono le voci e le storie che accompagnano il viaggio dei clandestini curdi che attraversano l’Adriatico, o lo Ionio per approdare sulle coste italiane. Il rumore dell’acqua accompagnato dalle voci è il sottofondo di un viaggio, la sua “colonna sonora”, ma è anche l’idea di allestire degli spazi mobili e temporanei per accogliere i clandestini, di cui il Laboratorio Stalker raccoglie le testimonianze.
La doccia introduce al tubo, ma anche lo completa. L’arco oscilla con il vento, la sua grande dimensione materiale è quasi un invito a considerare che la piccola dimensione connessa alle nostre docce domestiche, lo spazio individuale, l’intimità di un gesto quotidiano, non sono accessibili a tutti. La dannazione del naufragio: senza acqua per colmare la sua sete ma circondato da quella del mare si ripropone in una doccia che non allevia il disagio nella calda estate ma ne racconta molti altri. L'opera è concepita in concomitanza con l’elaborazione dell’installazione “Solid Sea” promossa dal gruppo Multiplicity e presentata a Documenta Kassel nel 2002.